San Teodoro, che prende il nome dall’antica abbazia costruita sulla scogliera ed ora scomparsa, era un punto di collegamento con Genova.
Anche anticamente poteva essere considerata una via di collegamento, peraltro di non facile percorrenza, siccome era formata da una stretta stradina delimitata, a mare, da grossi scogli e dalla collina, da cui scendevano alcuni torrentelli.
Attualmente San Teodoro è delimitata, a ponente, dall’inizio di Via Milano, nella zona a mare, e da Via Mura degli Angeli, nella zona a monte. La parte centrale è formata, nella parte bassa da Piazza Di Negro, da Via Buozzi e da Via di Fassolo, mentre verso la collina si estende il popoloso quartiere di Oregina, con Via Venezia, Via Bologna, Via Vesuvio e tante altre vie che si arrampicano fino a raggiungere la zona di Granarolo che chiude il confine nella zona a nord. A levante, la fine di Via Adua segna il limite della zona a mare di San Teodoro, mentre poco più a monte il confine è la Piazza del Principe.
Intorno al 1870 la batteria di cannoni venne demolita per lasciare spazio alla costruzione dei Magazzini Generali situati nella parte a mare. Per realizzare questa costruzione furono demolite le chiese di San Teodoro e di San Lazzaro, con il successivo trasferimento della linea ferroviaria che giungeva a Caricamento. Successive modifiche ed ampliamenti apportati ai Magazzini nel 1876 modificarono anche via San Teodoro sulla quale venne ricavato un grande terrazzo che, coprendo una superficie di diecimila metri quadri, adorno di ringhiere in ghisa ed illuminato con fanali a gas a quattro fiammelle, divenne ben presto un luogo per le passeggiate alla moda e per le manifestazioni cittadine. Questa strada prese il nome di via Milano.
La chiesa di San Teodoro era situata nell’attuale piazza omonima ed era stata costruita sulla scogliera in epoca longobarda. La consacrazione avvenne nel 1100, anno in cui subì un radicale restauro. Le strutture originariamente modeste vennero rielaborate in forme romaniche ed ampliate a tre navate e, come quasi tutte le chiese antiche, con il coro rivolto a levante. La chiesa fu affidata ai Canonici Mortariensi che officiarono fino al XV secolo quando furono sostituiti dai Canonici Lateranensi.
Nel periodo medievale questa chiesa fu molto amata dalle famiglie nobili genovesi che contribuirono alla realizzazione delle decorazioni, in particolare dai Lomellini che nel 1303 fecero erigere all’interno dell’edificio una cappella dedicata a San Sebastiano e nel 1470 un’altra in onore alla Vergine e a San Giovanni Battista.
Nel 1481, con bolla di Papa Sisto IV, venne elevata al grado di Abbazia con molti monasteri sotto la sua giurisdizione. L’edificio, come abbiamo già accennato, si trovava su una scogliera e, nel 1596, fu colpito duramente da una violenta mareggiata che ne pregiudicò addirittura la stabilità.
I Canonici Lateranensi rimasero fino al 1797 quando furono costretti ad abbandonarla a causa della soppressione degli ordini religiosi; Napoleone Bonaparte, al suo ingresso a Genova nel 1805, ricevette davanti alla porta di San Teodoro l’omaggio dell’incensazione. La leggenda dice che l’ex doge Michelangelo Cambiaso, divenuto sindaco della città, andò incontro all’imperatore, sulla Porta della Lanterna, per offrirgli le chiavi della città, ma Napoleone rifiutò gentilmente rispondendogli che erano ben affidate alla fedeltà del sindaco ed al corpo degli abitanti di Genova.
Un’altra memorabile tempesta si abbatté su Genova nel 1821, precisamente nel giorno di Natale. Fu talmente violenta che distrusse la punta del molo vecchio e cinquanta bastimenti andarono perduti o danneggiati. La chiesa di San Teodoro resse anche perché era stata provvidenzialmente restaurata nel 1817, dopo essere stata adibita a magazzino ed a caserma militare.
L’edificio, come si è detto venne poi demolito nel 1870.
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