Lamba Doria, fratello di Oberto, nacque nel 1245. Vinse i veneziani a Curzola nel ’98, catturando settemila armati, fra i quali l’ammiraglio Dandolo, che per la disperazione si uccise, ed il navigatore Marco Polo, il quale scrisse (o meglio dettò) in prigionia “Il Milione”.
Inoltre, nella battaglia i veneziani perdettero ottantacinque navi, di cui diciotto catturate ed altre date alle fiamme. Dopo esser tornato a Genova in trionfo, gli fu donato dal Comune un palazzo in piazza San Matteo; la città lo proclamò Capitano del Popolo. Nel 1312 venne nominato ammiraglio di quaranta galere per conto dell’imperatore Arrigo VII. Morì nel 1323 e ai suoi discendenti diretti fu concesso di aggiungere al cognome Doria il nome di Lamba.
Con l’inizio del XIV secolo l’alleanza tra Doria e Spinola si dissolse, trasformandosi in lotta aperta fra le due famiglie, dopo il dissidio violento fra Opizzino Spinola e Barnabò Doria, eletti entrambi, nel 1306, rettori della città.
Soltanto l’intervento di Arrigo VII di Lussemburgo portò un’illusione di pace dopo un periodo di lotte sanguinose, in cui persino il campanile di Santo Stefano fu trasformato in torre fortificata. Quando l’Imperatore giunse a Genova le nobili famiglie lo accolsero a Porta Soprana, soltanto i Doria non gli andarono incontro, ma lo attesero con i loro armigeri davanti alla cattedrale di San Lorenzo. Gli stendardi tramati d’oro, che prima avevano le insegne dei diversi rami, nella circostanza portavano un unico stemma, quello dell’aquila imperiale.
Il gruppo dei Doria formò così un’entità omogenea e imponente, con diritti feudali su molte città della Liguria occidentale, da San Remo a Varazze, in Sardegna e, nell’entroterra ligure, sino a Mornese.