Herman Hesse nasce a Calw, in Germania, nel 1877. Viene insignito nel 1946 del premio Nobel per la letteratura.
Le sue opere, incentrate su personaggi alla ricerca di se stessi, hanno affascinato intere generazioni, conoscendo un vasto successo che dura ininterrotto dagli anni Sessanta e Settanta.
Dopo aver abbandonato gli studi in seminario, prosegue la sua formazione da autodidatta: lo spirito ribelle e polemico contro ogni valore istituzionalizzato trova espressione nelle trame dei primi due romanzi Peter Camenzind (1904) e Sotto la ruota (1906).
Durante la Prima Guerra Mondiale, coerentemente alle sue idee pacifiste, lascia la Germania e si trasferisce in Svizzera, di cui prende la cittadinanza nel 1923. La sua narrativa, influenzata dalle teorie di Carl Gustav Jung, va alla ricerca di nuovi valori in alternativa a quelli tradizionali, avvertiti come non più validi.
Le sue opere più celebri sono: Demian (1919), sul tema del dualismo simbolico fra il personaggio onirico Demian e l’individuo reale Sinclair; Siddharta (1922), che rielabora in toni lirici vicende della vita giovanile del Buddha, riflette l’interesse per il misticismo orientale. Nel Lupo della steppa (1927), la duplice natura interiore del protagonista, umana e lupina, è simbolo del conflitto fra individualità ribelle e convenzioni borghesi, tema ripreso in seguito con Narciso e Boccadoro (1930). Con l’ultimo romanzo, Il gioco delle perle di vetro (1943), ambientato in un utopico futuro, Hesse riprende i temi e i motivi delle opere precedenti, intessendoli in una più fitta trama di riferimenti culturali.
Muore a Lugano nel 1962; l’ultima poesia che leggerete in questa piccola antologia, Scricchiolio di un ramo spezzato, la scrive il giorno prima della sua morte.