E’ durata 8 minuti la “guerra” per aggiudicarsi il fantastico dipinto di Monet nella casa d’aste di Sotheby’s a New York e non c’erano dubbi che sarebbe stato venduto ad un presso da capogiro.
L’asta, svoltasi mercoledì scorso, ha segnato l’inizio delle vendite primaverili delle grandi case d’aste Christie’s e Sotheby’s nella “capitale americana dell’arte e della finanza”. L’atmosfera era ottimista, complice il buon andamento delle aste di Londra e Parigi. Ma il vero protagonista della serata è stato “Covone a Giverny”. La tela, immersa nella luce dorata del tramonto, raffigura un campo di grano maturo nei pressi della casa di Monet a Giverny, in Francia.
I covoni, disposti in file ordinate, creano un motivo geometrico che si contrappone alla morbidezza dei papaveri rossi e dei fiordalisi blu che punteggiano il campo. L’opera, considerata un esempio emblematico dello stile impressionista di Monet, cattura la bellezza effimera della natura e la luce mutevole del paesaggio. La maestria con cui Monet utilizza il colore e la luce conferisce alla scena un senso di movimento e vitalità, rendendola una finestra su un mondo rurale ormai scomparso.
Sotheby’s ha totalizzato la cifra record di 235 milioni di dollari dalla vendita di una cinquantina di dipinti di arte moderna in questa serata. Oltre al Monet infatti, un altro capolavoro ha fatto faville: “Les Distractions de Dagobert” dell’artista anglo-messicana Leonora Carrington (1917-2011) ha battuto il record d’asta dell’artista, aggiudicandosi 28,5 milioni di dollari. La vendita di “Covone a Giverny” al prezzo di 35 milioni di dollari invece, sottolinea ancora una volta il genio di Claude Monet e il suo ruolo fondamentale nella storia dell’arte. Il dipinto rappresenta un’importante acquisizione per un collezionista privato e continuerà ad affascinare e ispirare gli amanti dell’arte per le generazioni a venire.
Massimo riserbo sull’identità dell’acquirente. La casa d’aste infatti, ha soltanto puntualizzato che la “battaglia di offerte” si è svolta telefonicamente, raggiungendo la cifra di 34,8 milioni di dollari, mentre l’opera della Carrington è stata acquistata per una cifra record per quanto riguarda l’artista, da qualcuno presente in sala. Non molto di più è trapelato dunque, ma indubbiamente il fortunato o la fortunata che potrà godersi la visione del “Covone a Giverny” di Monet non ha problemi di disponibilità economica.
La discrezione è fondamentale per tutelare la privacy degli acquirenti, che potrebbero non voler rendere pubblica la loro passione per l’arte o l’ammontare delle loro spese. Ciò è particolarmente importante per figure pubbliche o persone che desiderano mantenere un profilo riservato. La rivelazione dell’identità di un acquirente potrebbe difatti portare a speculazioni sul valore dell’opera d’arte o sulle sue motivazioni all’acquisto, influenzando negativamente il mercato dell’arte e creando un clima di tensione e sfiducia.
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