Abbiamo appena cambiato casa. Bene, anzi benissimo. E ora? Cosa fare con le utenze? La difficile scelta tra voltura e subentro.
Il trasloco in una nuova casa porta sempre un mix di emozioni. Ovviamente, c’è grande attesa per il cambiamento dell’ambiente domestico che, assai spesso, significa cambiamento di vita. Ma ci sono anche diverse incombenze da dover sbrigare. Una di queste riguarda le utenze. Cosa conviene di più fare? Ecco la differenza tra voltura e subentro.
Ebbene sì, cambiare casa è sicuramente un grande passo. Ma quante sono le cose cui star dietro. Non solo i documenti preliminari, come i passaggi di proprietà o i contratti d’affitto. Non solo il trasloco. Ma serve anche il cambio delle utenze per poter abitare effettivamente la casa. Dalla luce al gas, come orientarsi?
Le due procedure che abbiamo menzionato all’inizio – voltura e subentro – pur avendo entrambe dei costi e richiedendo tempi differenti, possono essere decisivi nella scelta del nuovo intestatario delle bollette. La decisione su quale procedura scegliere dipende da vari fattori, tra cui le esigenze temporali ed economiche del nuovo inquilino o proprietario.
Indipendentemente dalla scelta, è importante avere a disposizione tutta la documentazione richiesta per procedere con la voltura o il subentro. Questo include dati personali, dati del contatore e, eventualmente, informazioni sul contratto precedente. Proviamo a distinguerle.
La voltura è la procedura da adottare quando si desidera cambiare il nome dell’intestatario di un contratto di fornitura già attivo. In questo caso, il contatore rimane operativo e il contratto esistente viene semplicemente aggiornato con i nuovi dati. Il subentro, invece, è necessario quando il contatore è presente ma non attivo, poiché il contratto precedente è stato rescisso. In questa situazione, è necessario stipulare un nuovo contratto e riattivare la fornitura.
Le tempistiche per completare queste operazioni variano. Per la voltura dell’energia elettrica, il tempo di attesa è di circa quattro giorni lavorativi dal momento della richiesta. Il subentro richiede invece sette giorni lavorativi, di cui cinque per la gestione della pratica da parte del distributore. Per il gas, il subentro richiede circa dodici giorni lavorativi, mentre la voltura mantiene il tempo di quattro giorni. Questi tempi sono standard e non dipendono dal regime di fornitura, con eventuali ritardi che prevedono indennizzi per il cliente.
Oltre alle tempistiche, anche i costi influenzano la scelta tra voltura e subentro. Entrambe le operazioni comportano oneri amministrativi, imposte di bollo e contributi al fornitore, ma in generale il subentro tende ad essere più costoso a causa delle operazioni aggiuntive necessarie per riattivare il contatore.
La voltura, pur avendo costi iniziali potenzialmente più elevati, può risultare economicamente vantaggiosa a lungo termine, soprattutto se il contratto rimane invariato per un lungo periodo. Il subentro, seppur spesso più economico a breve termine, potrebbe dover essere ripetuto più frequentemente, aumentando i costi complessivi se l’intestatario cambia spesso.
La voltura è ideale per chi acquista casa e prevede di rimanervi a lungo, permettendo un passaggio fluido e continuo della fornitura. Il subentro è più adatto a chi si trasferisce temporaneamente.
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