L’Agenzia delle Entrate monitora i conti correnti e le spese dei contribuenti al fine di individuare evasori fiscali.
Ogni contribuente è nel mirino del Fisco, anche l’onesto cittadino che cerca sempre di rispettare la Legge. Un errore, però, è sempre possibile. Bisogna evitare di commetterlo o scatterà l’accertamento da parte dell’Agenzia delle Entrate.
La lotta all’evasione fiscale si è inasprita negli ultimi anni. La stima è di 932,3 miliardi di euro di imposte evase in Italia negli ultimi dieci anni. Una cifra elevatissima che lo Stato avrebbe potuto utilizzare per ridurre le tasse a chi le paga e migliorare la qualità della vita di tutti i cittadini. Gli onesti vorrebbero che non ci siano più evasori ma i controlli dell’AdE coinvolgono tutti, anche loro con la possibilità che per un piccolo errore si venga coinvolti in un accertamento del Fisco.
Questo controlla ogni movimento di denaro sul conto corrente, verifica le dichiarazioni dei redditi e le confronta con le informazioni in proprio possesso. Il monitoraggio dei contribuenti è costante e negli ultimi anni si è arricchito di nuovi strumenti tecnologicamente avanzati per individuare discrepanze e omissioni. C’è anche l’Intelligenza Artificiale, ora, ad aiutare il Fisco.
Maggio è il mese della dichiarazione dei redditi. I cittadini compilano il modello di riferimento in base alla propria categoria e in tanti casi portano molte spese effettuate nel corso dell’anno in detrazione o deduzione. Ebbene, bisogna proprio prestare attenzione alle spese da dedurre. Se troppo elevata o poco chiare il Fisco potrebbe far scattare accertamenti fiscali ed erogare sanzioni pecuniarie.
Le spese da portare in deduzione devono seguire il criterio della ragionevolezza oppure partiranno controlli fiscali con la determinazione induttiva del reddito. Scoprendo un inganno o un errore, il Fisco applicherebbe imposte maggiori e sanzioni. L’eccesso di deduzioni che porta ad un’anomalia nella determinazione del reddito, dunque, è motivo di accertamento. Questo esubero viene riscontrato soprattutto da parte di aziende che dicono di aver sostenuto ingenti spese inerenti all’attività svolta.
Il caso esaminato dalla Cassazione, ad esempio, riguardava spese per servizi periodici di pulizia resi da una ditta individuale. L’abnormità della spesa da dedurre ha legittimato il Fisco a rideterminare il reddito d’impresa per verificare la ragionevolezza della spesa stessa. Ricordiamo che davanti ad un accertamento il contribuente ha sempre la possibilità di fornire prova contraria rispetto le conclusioni dell’Agenzia delle Entrate per giustificare il comportamento e la spesa ed evitare multe.
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