Polemiche per la recente approvazione del Decreto “Salva Casa”. Ma cosa è previsto per ciò che concerne le verande chiuse sui balconi?
Il Governo presieduto da Giorgia Meloni ha recentemente approvato il Decreto “Salva Casa”. Fortemente voluto dal ministro dei Trasporti e delle Infrastrutture, Matteo Salvini, che ha tenuto a sottolineare come non si tratti di un condono edilizio, ma di una sanatoria, volta a regolarizzare i piccoli abusi. Ma, tra i piccoli abusi, rientra anche la veranda chiusa sul balcone? Ecco tutto quello che c’è da sapere.
La sanatoria prevista dal Decreto “Salva Casa” è destinata a interventi edilizi minori che non hanno modificato significativamente la volumetria o la destinazione d’uso dell’immobile. Chi vuole aderirvi, dovrà presentare una domanda accompagnata da un relazione tecnica realizzata da un architetto, un ingegnere o un geometra. Da questo scritto dovrà emergere la conformità dell’opera realizzata alle normative vigenti.
Come ovvio, il provvedimento ha suscitato un acceso dibattito politico. Se, come detto, il ministro Salvini ha ribadito più volte di non aver voluto introdurre alcun condono edilizio, d’altro canto, le opposizioni incalzano sul fatto che il “Decreto Salva Casa” sia, di fatto, un favore a chi ha commesso abusi edilizi.
Tornando agli aspetti più tecnici e meno politici, possiamo dirvi che è previsto il pagamento di una sanzione pecuniaria, il cui importo varia in base alla tipologia e all’entità dell’intervento edilizio irregolare.
Per ciò che concerne la realizzazione di verande fisse, chiuse e inamovibili, non ci sono buone notizie. Esse potrebbero essere escluse dalle fattispecie previste dal Decreto “Salva Casa”, poiché queste costruzioni creano uno spazio che aumenta la cubatura dell’immobile.
Discorso diverso, invece, per le vetrate rimovibili, che potrebbero rientrare tra gli interventi di edilizia libera. Esse, infatti, non modificano la volumetria dell’edificio e non incidono sulla destinazione d’uso. Sono ammesse su terrazzi e porticati interni, rispettando limiti di decoro e ingombro.
A voler dare una risposta univoca, possiamo dire che una veranda abusiva può essere sanata solo se rientra nelle soglie di tolleranza, pagando una sanzione massima di circa 31.000 euro. Se l’intervento non rientra in edilizia libera, un professionista la dovrà assistere nella preparazione della domanda di sanatoria.
C’è poi una certa tolleranza per ciò che concerne tettoie e pergolati: 5% per unità immobiliari con superficie utile inferiore a 100 mq; 4% per unità immobiliari tra 100 e 300 mq; 3% per unità immobiliari tra 300 e 500 mq; 2% per unità immobiliari superiori a 500 mq.
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