Molti si chiedono se sia possibile andare in pensione prima. Ebbene c’è una possibilità grazie alla pace contributiva: ecco come.
La possibilità di riscattare i vuoti contributivi torna al centro dell’attenzione grazie alla pace contributiva, un’opportunità che permette ai lavoratori di recuperare periodi non coperti da contribuzione. Questo strumento è stato introdotto con la legge di bilancio 2024 e permette ai lavoratori di garantirsi un futuro previdenziale più sicuro e stabile.
La pace contributiva consente ai lavoratori di riscattare i vuoti contributivi tra il 1° gennaio 1996 e il 31 dicembre 2023, fino a un massimo di cinque anni. Questo meccanismo permette di colmare i periodi di interruzione lavorativa non coperti da contribuzione, come i periodi di disoccupazione non indennizzati. Ma a chi è rivolta la misura e come si può richiedere? Vediamo tutti i dettagli.
La misura è destinata agli iscritti all’assicurazione generale obbligatoria per l’invalidità, la vecchiaia e i superstiti dei lavoratori dipendenti, nonché alle forme sostitutive ed esclusive della medesima, alle gestioni speciali dei lavoratori autonomi, e alla Gestione separata. Sono esclusi, invece, gli iscritti alle casse professionali (ad esempio, avvocati e commercialisti). La condizione essenziale è non avere alcuna anzianità contributiva al 31 dicembre 1995.
Per accedere alla pace contributiva, i lavoratori devono soddisfare alcune condizioni:
Inoltre, i periodi da riscattare non devono essere già coperti da altra contribuzione. I lavoratori possono riscattare fino a cinque anni di vuoti contributivi, anche non continuativi. Questo limite si aggiunge agli eventuali periodi già riscattati con la pace contributiva introdotta dal decreto-legge n. 4/2019, che aveva una validità triennale (2019-2021). In totale, si può quindi arrivare a riscattare fino a dieci anni di vuoti contributivi.
Come si può richiedere? Ebbene, la domanda di riscatto può essere presentata online tramite il sito INPS tra il 1° gennaio 2024 e il 31 dicembre 2025. Può essere inoltrata dal diretto interessato, dai suoi superstiti, dai parenti fino al secondo grado o dal datore di lavoro, previo consenso dell’interessato.
Infine, va sottolineato che l’onere di riscatto può essere versato in unica soluzione o in 120 rate mensili senza interessi. Tuttavia, se i contributi riscattati sono necessari per l’immediata liquidazione di una pensione diretta o indiretta, o per l’autorizzazione ai versamenti volontari, l’intero importo dovrà essere versato in unica soluzione.
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