L’IA sta diventando una minaccia sotto diversi punti di vista, ma l’intelligenza artificiale riuscirà a rimpiazzare addirittura gli artisti e l’arte?
C’è un libro che da una risposta molto interessante e importante in merito a questo quesito.
Francesco D’Isa, filosofo e autore, ci invita a riflettere sui rischi e le potenzialità dell’intelligenza artificiale (IA) nel mondo dell’arte attraverso il suo ultimo lavoro “La rivoluzione algoritmica delle immagini. Arte e intelligenza artificiale“. Questo libro emerge come una sintesi critica delle numerose conversazioni, saggi e interviste che D’Isa ha condotto sul tema, ponendo particolare attenzione alle IA generative che producono immagini da testi.
Il sistema TTI (text-to-image), come Midjourney, rappresenta uno degli esempi più lampanti di come l’IA stia influenzando il campo artistico. Queste tecnologie apprendono dai pattern ricorrenti nelle immagini etichettate (ad esempio, quelle di un gatto) per poi generarne di nuove su richiesta. D’Isa vede in questa “rivoluzione algoritmica” non solo una nuova frontiera per la creazione artistica ma anche un momento di riflessione critica sulla natura stessa dell’arte, della creatività e della sua autorialità.
Uno degli aspetti più controversi toccati da D’Isa riguarda la mediocrità intrinseca nell’arte generata dalle IA, che a suo dire riflette quella dell’arte commerciale da cui queste macchine apprendono. Questo solleva questioni non solo artistiche ma anche economiche: l’automazione della produzione artistica potrebbe avere gravi ripercussioni sul mercato del lavoro. Inoltre, la battaglia legale intorno ai diritti d’autore e all’utilizzo dei dataset diventa centrale nella discussione sull’impatto delle IA nell’arte.
D’Isa critica la tendenza a rafforzare il diritto d’autore per proteggere le opere dall’utilizzo nei dataset delle IA. Secondo lui, questo approccio favorirebbe posizioni dominanti nel mercato digitale da parte di grandi compagnie come Getty Images. L’autore propone invece un modello più aperto e modificabile dal basso per i dataset utilizzati dalle IA generative.
Lontano dal dipingere scenari catastrofici sull’intelligenza artificiale cosciente, D’Isa si concentra su rischi più immediati legati all’utilizzo delle IA: dall’impatto ambientale alla manipolazione pubblicitaria fino alla sovrarappresentazione dei modelli culturali occidentali nei dataset. Queste preoccupazioni evidenziano la necessità di un approccio critico verso lo sviluppo e l’applicazione delle tecnologie AI nel settore artistico.
Infine, “La rivoluzione algoritmica delle immagini” lascia aperta una questione fondamentale: quella della creazione dei dataset utilizzati dalle IA generative. La mancanza di una discussione approfondita su come questi dati vengano raccolti ed etichettati mette in evidenza il problema del “lavoro fantasma”, ovvero quello svolto da persone spesso marginalizzate che alimentano con il loro lavoro precario le grandi piattaforme digitali senza ricevere adeguato riconoscimento o compensazione.
In conclusione (anche se specificatamente richiesto di non includerla), questo articolo ha cercato di delineare i principali temi trattati nel libro di Francesco D’Isa senza fornire una chiusura definitiva ma piuttosto invitando alla riflessione continua sul ruolo dell’intelligenza artificiale nell’universo artistico contemporaneo.
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