In una recente e controversa intervista, Gian Paolo Serino, noto critico letterario de Il Giornale e fondatore della rivista Satisfiction, ha lanciato un vero e proprio j’accuse contro il panorama letterario italiano.
Le sue parole non hanno risparmiato nessuno: dal Salone del Libro di Torino al Premio Strega, passando per autori come Chiara Valerio e Antonio Scurati.
Cosa ha detto?
Serino apre le danze con una critica feroce al Salone del Libro di Torino, considerato ormai più un evento di entertainment che un vero e proprio luogo di cultura. “Anni fa aveva senso,” afferma Serino, lamentando la trasformazione dell’evento in uno show che vede protagonisti personaggi come Luciana Littizzetto piuttosto che dibattiti su temi cruciali come la crisi delle librerie italiane.
Il critico prosegue poi attaccando le case editrici per la loro crescente dipendenza dalle vendite online attraverso giganti come Amazon. Questa tendenza viene vista da Serino come una minaccia alla sopravvivenza delle librerie fisiche, con conseguenze disastrose sia per i librai che per gli stessi autori.
Un altro tema scottante affrontato da Serino è quello dei plagi. L’esempio più eclatante riguarda Antonio Scurati e il suo libro “M”, vincitore del Premio Strega nel 2019. Secondo Serino, Scurati avrebbe plagiato se stesso presentando un secondo libro troppo simile al primo. Ma le accuse non si fermano qui: anche Roberto Saviano viene messo sotto accusa per presunti plagi nelle sue opere.
Nonostante le numerose battaglie portate avanti contro ciò che considera degenerazioni del mondo letterario italiano, Gian Paolo Serino tiene a precisare che le sue critiche non sono mai personali ma sempre rivolte alle opere in sé. “A me non me ne frega un caz*o delle persone,” dichiara senza mezzi termini il critico, sottolineando la sua indipendenza ideologica e il suo impegno in iniziative benefiche legate alla cultura.
Serino non esita a menzionare gli attacchi subiti a seguito delle sue critiche. Tra questi spiccano i nomi di Chiara Valerio e Rosella Postorin che lo hanno bannato dai social network dopo aver ricevuto recensioni negative sulle loro opere da parte sua.
In conclusione (anche se l’articolo non prevede una vera propria sezione conclusiva), l’intervista rilasciata da Gian Paolo Serino rappresenta uno spaccato senza filtri sullo stato della cultura letteraria italiana contemporanea. Le sue parole sono un invito alla riflessione su tematiche cruciali per chiunque si ritenga parte integrante o semplice appassionato del mondo dei libri in Italia.
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