Pensioni a 59 e 60: come funziona la novità previdenziale “meno rigidità”

Rumors parlano di una Riforma delle pensioni con novità sullo scivolo di pensionamento anticipato a 59 e 60 anni. Scopriamo di più.

Gli italiani sono da anni in attesa di una Riforma delle pensioni con l’introduzione di nuovi scivoli strutturali e flessibili. Le ultime novità suggeriscono il pensionamento a 59, 60 e 61 anni ma con pesanti penalizzazioni.

Nuova pensione a 59 e 60 anni come funziona
Possibile Riforma delle pensioni a 59 e 60 anni (Stedo.it)

Il tema pensioni è sempre molto caldo in Italia. I lavoratori vorrebbero maggiore flessibilità in uscita ma il Governo non è disposto a concederne a causa delle scarse risorse a disposizione. In più c’è il problema dell’inverno demografico, dell’invecchiamento della popolazione e delle previsioni di un crollo del sistema previdenziale italiano tra qualche anno a peggiorare la situazione. Impossibile pensare che verrà concesso ai cittadini di lasciare il lavoro prima dei 67 anni se non accettando penalizzazioni.

Riforma delle pensioni, uscita a 59 e 60 anni: un’utopia?

Come detto i soldi per sostenere scivoli di pensionamento anticipato convenienti per tanti lavoratori non ci sono. Al momento l’uscita in anticipo è concessa a poche categorie e con paletti molto stringenti. Basta vedere come la Legge di Bilancio 2024 ha modificato Quota 103 rendendo la misura meno appetibile. Come si può ipotizzare, dunque, la pensione da 59 a 61 anni?

Nuove idee di Riforma della pensione a 59 e 60 anni
Riforma delle pensioni, ipotesi di pensionamento anticipato (Stedo.it)

La Riforma delle Pensioni prima o poi arriverà ma si teme che gli italiani possano avere brutte sorprese. I provvedimenti che verranno attuati non accontenteranno i lavoratori ma potrebbero in qualche modo introdurre scivoli più allettanti rispetto la Legge Fornero. L’ipotesi da tempo sulla bocca di tutti è l’introduzione di Quota 41 contributiva. Ma c’è un’alternativa poco nota che a volte torna ad essere citata. Si tratta di un’Opzione Donna per uomini.

L’idea è di permettere anche agli uomini l’uscita dal mondo del lavoro a 59, 60 o 61 anni con 35 anni di contributi accettando, però, il sistema di calcolo contributivo. Significa avere un taglio sull’assegno pensionistico tra il 10 e il 35% a seconda dei contributi maturati prima del 1996. Una riduzione importante, 700 euro su una pensione ipotetica di 2 mila euro al mese.

Chi potrà mai accettare una condizione del genere? Circola un’altra possibilità, la pensione con un taglio del 3,5% per ogni anno di anticipo rispetto ai 67 anni di età (requisito per la pensione di vecchiaia). Significherebbe andare in pensione a 59 anni con un taglio del 28% sull’assegno oppure a 61 anni di età con un taglio del 21%. Insomma, le condizioni all momento non sarebbero proprio delle più rosee e occorre aspettare per sapere se verrà fatta qualche modifica.

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